Un residence per over 65 indipendenti pensato per combattere la solitudine. Alla mattina si legge il giornale, al pomeriggio karaoke. Spiega la sociologa: “Considerato l’aumento dei single, la co-abitazione potrà essere il futuro”. Ce lo conferma Luisa, qui già a 69 anni: “Se vivi solo e ti ammali, chi va a farti la spesa?”
Eva Elisabetta Zuccari, Today – 13 dicembre 2024
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Mario Victor, 93 anni, ospite del residence “Aris Garden Senior Living” e la bacheca delle attività
La cosa più bella che mi ha detto Sebastiano è stata che, a un certo punto della sua permanenza nel residence, ha rimesso in discussione un lato del suo carattere un po’ duro. A ottant’anni, con tutta la rigidità che quest’età porta con sé. E grazie a una persona che fino a pochi mesi prima neanche conosceva. “Il supporto degli altri è stato fondamentale, perché ho accettato le loro critiche”, dice impartendosi ancora una lezione. Questa persona è Luisa e l’ha incontrata in quello che può essere considerato un condominio per anziani “non troppo anziani” che si trova a Roma. Una residenza per over 65 indipendenti, che sono qui non tanto per bisogno di assistenza quotidiana, quanto per combattere la solitudine che la vecchiaia porta spesso con sé. In termini burocratici si chiamano iniziative per l'”invecchiamento attivo”, qui si chiama compagnia.
Cosa significa “Senior housing”
C’è infatti un vuoto culturale tra il momento in cui si resta soli, magari vedovi oppure in pensione, e il momento in cui si decide di entrare in una casa di riposo, spazio tutt’oggi percepito come una zona d’ombra al tramonto della vita. È un vuoto che provano a colmare nuove forme di residenzialità per anziani, ribattezzate “Senior housing” e particolarmente diffuse nel nord Europa. A Roma, in zona Laurentina, c’è un intero palazzo che riprende questa mentalità: dentro ci sono 52 appartamenti, arricchiti da spazi comuni in cui dedicarsi ad attività di gruppo, come lo sport o la lettura. “Vecchi a chi?”, si legge in un cartellone all’ingresso. Chi ha invece qualche fragilità può optare per una stanza compresa in un residence, con una assistenza più presente, qualche chilometro più in là. “Chi sceglie queste strutture ha un bisogno legato alla solitudine”, mi spiega Emanuela Dainotti, direttrice di alcune residenze del gruppo “Over”, primo operatore in Italia a proporre servizi abitativi Senior. “C’è la consapevolezza di non voler restare soli e di voler vivere”.
Tanti single, gli italiani invecchieranno soli (e andranno a vivere insieme per aiutarsi)
È qualcosa che, se ci pensiamo, profuma parecchio di futuro. L’Italia è infatti il paese con la popolazione più “vecchia” d’Europa, oltre che con fecondità bassissima. “Considerata la grande diffusione di nubilato e celibato, e la forte instabilità dei matrimoni, tante persone in tarda età si ritroveranno sole”, mi ha spiegato tempo fa la sociologa Monica Santoro. “Nei prossimi decenni si potranno dunque prefigurare situazioni di convivenza, magari con i propri amici, al fine di aiutarsi reciprocamente e farsi compagnia in un momento fragile come è l’età anziana”. C’è poi altro clamoroso dato che aiuta a comprendere la vastità del fenomeno: il 40% delle case di Roma sono abitate da una sola persona.
Sebastiano e Luisa, un’amicizia speciale nata a 80 anni: “Ma non ci siamo mai baciati”
Sebastiano – si diceva – è stato portato qui a sorpresa dalla figlia. Quando è arrivato aveva un filo di voce, non parlava più. Oggi lo incontro nella hall del residence “Aris Garden Senior Living”, sorridente insieme agli altri inquilini. Ex caposcala Alitalia in pensione, è separato da tempo, e ha “un’indole da lupo solitario” che lo stava in qualche modo fagocitando. “Facevo una vita da casalingo, con una signora che veniva a pulire ogni tanto”, mi spiega. “Qui invece ho ritrovato una compagnia con cui condividere uno stato di essere. Ho trovato espressioni, occhiate, amicizie, non dico intime, ma sottintese. Questo mi dà un certo tono della vita”. “Quella signora lì di fronte, ad esempio, è una brontolona”, aggiunge poi indicando affettuosamente una donna seduta dall’altra parte della stanza. È appunto Luisa, 84 anni, ex avvocatessa. “Con lei esco tutti i giorni per fare una passeggiata fino al bar”, continua a raccontarmi, “lei beve il cappuccino, io bevo un grappino”, aggiunge. Ma lei lo rimprovera: “Non è vero che bevi il grappino”. “Non lo bevo per te, altrimenti lo berrei”, controreplica lui.
Insieme, i due si tengono a bada su certe fragilità. A chi gli chiede è amore, loro rispondono ridendo che “è amicizia senile”. “Non ci siamo mai baciati”, sorride lui. “Però siamo sempre vicini, perché a me lui dà tanta sicurezza”, precisa lei. Non sarà amore, forse. È però certamente un modo di godersi una complicità in una fase avanzata della vita, quella in cui l’esperienza è diventata consapevolezza, arte di saper innescare, disinnescare, provocare, riderci su.
Alla mattina si leggono insieme i giornali, al pomeriggio si fa karaoke
Dalla sala comune arrivano le voci del karaoke. Il brano è “O vita mia”. Al pomeriggio infatti “cantiamo le vecchie canzoni tutti insieme e cerchiamo di indovinare il titolo”, spiega Mario Victor, 93 anni, alle spalle una carriera sfolgorante in banca e un amore lungo 60 anni con la sua Liliana, che oggi non c’è più. “Io qui sto frequentando anche un corso di pittura”, mi dice. Ogni mattina arriva infatti il programma con le attività della giornata, qualcuno apprende un talento che non sapeva di avere. Alle 9.30 si leggono i giornali tutti insieme e si commentano le notizie, poi laboratori, giochi “allenamente” e altri passatempi. “La giornata più bella? Quasi tutte”, confida Mario. “Ogni tanto però facciamo dei pranzi a Ostia, in un piccolo ristorante sulla spiaggia, e qui c’è qualcosa di molto particolare: tavoli da quattro persone con un unico piatto da cui attingere. È una cosa apparentemente molto spiritosa ma anche significativa”.

Mario mi porta a vedere la sua stanza
Mario mi porta a visitare la sua stanza. È certamente una versione ridotta dell’appartamento in cui ha vissuto per una vita intera, ma appesi alle pareti ci sono tutti i suoi ricordi. Anche alcuni mobili sono gli stessi: nel residence infatti ognuno può portare li oggetti a cui è più legato. Sulla scrivania ci sono i fogli, rigorosamente scritti a mano, di quello che diventerà un libro sulla sua vita in tre capitoli: “I migliori anni della nostra vita”, “Gli anni più belli della nostra vita”, “L’alba degli anni tristi della nostra vita”. Tutto sarà sintetizzato in 60 pagine da lasciare ai nipoti. “Voglio che capiscano il valore delle scelte, attraverso quelle giuste che io sono riuscito a fare”. Un percorso di elaborazione che arriva a oggi. “Io ripenso ogni giorno al mio passato”, mi dice poi. “Ma siamo vecchi e dobbiamo accettarlo. Non possiamo paragonarci a noi stessi quando eravamo giovani, altrimenti subentra la sofferenza. La nostra malattia è la solitudine e dobbiamo combatterla”. Nella sua voce c’è un tormento messo a bada dalla determinazione.
“Io ripenso ogni giorno al mio passato. Nella mia stanza ho tutti i miei ricordi. Ma siamo vecchi e dobbiamo accettarlo. Non possiamo paragonarci a noi stessi quando eravamo giovani, altrimenti subentra la sofferenza. La nostra malattia è la solitudine e dobbiamo combatterla”


La storia di Cinzia, in struttura già a 69 anni: “Se ti viene la sciatica e sei solo, chi va a farti la spesa?”
Tre piani più su, al sesto piano del residence, abita Cinzia insieme al suo cagnolino. Appesa alla parete della camera da letto c’è una vecchia foto durante una manifestazione femminista. La sua è una storia di autodeterminazione. Nella vita ha gestito progetti per l’Onu: “Eravamo ancora poche donne a farlo”, sottolinea. È qui nonostante abbia appena 69 anni. “Ma la mia è stata una scelta ponderata”, mi spiega, “non avendo un partner e andando avanti con l’età, ho deciso di organizzarmi il futuro nel momento in cui avevo ancora la testa per farlo: non potevo permettermi di aspettare una emergenza. Certo a casa avevo una mia indipendenza, ma qui mi sento protetta: se ti viene la sciatica e sei solo, chi va a farti la spesa?”. Il suo appartamento di 140 metri quadri in centro a Roma lo ha venduto. “Non volevo avere più carichi burocratici”, ammette. “Siccome però spogliarsi di una vita significa anche smantellare storie, ho fatto una scelta: liberarmi delle cose un po’ per volta. E così ho portato con me ciò a cui tengo di più, i quadri a cui sono più legata. Il resto è chiuso in un magazzino, poi si vedrà”.
Co-housing, case alloggio le altre. Le nuove forme di residenzialità per anziani
Prima di arrivare in questa residenza, Cinzia aveva cercato realtà di “co-housing” nel Lazio, ma senza successo. “Ne ho trovate in Toscana e in Liguria, ma è un sistema ancora poco presente e che andrebbe incentivato. Anche per una questione di sostenibilità: meno appartamenti significa meno consumi”. Quello che mi spiega infatti la direttrice Dainotti, è che ciò che serve incrementare è la varietà di residenze. “L’anziano di per sé è fragile e, a prescindere dalla disponibilità economica, servono diverse tipologie di residenze per diversi anziani”, sottolinea.
Nel caso del condominio di Laurentina, si tratta di una struttura privata con costi mensili che si aggirano intorno ai 1900 euro al mese, mentre il residence viene circa 2500 euro. Una realtà agli antipodi rispetto ai servizi pubblici offerti dal Comune di Roma, che propone soluzioni diversificate in base al livello di autonomia della persona. Tra queste, ci sono mini-appartamenti condivisi (attualmente in fase di realizzazione), cohousing, comunità-alloggio e case di riposo. “Tuttavia, questi servizi sono destinati principalmente a persone in emergenza abitativa, che rappresentano appena il 3-4% della popolazione anziana”, spiega Dainotti. “Fuori rimane tutto il resto della popolazione: persone che non hanno esigenze particolari e che, siccome non sono abituate a chiedere aiuto, finiscono per vivere isolate in casa e a ricorrere semmai all’assistenza di una badante. È a loro, spesso dimenticati, che dobbiamo pensare”.

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Sono stata nel “condominio” in cui anziani vivono tutti insieme: è anche questo il futuro?
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